1) Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
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Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
Leggete le seguenti dichiarazioni contrassegnate come X e Y.
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X Raffaella La Rosa insegna latino al liceo scientifico di Arona.
Y Raffaella La Rosa ha due profili su Facebook.
Quale delle seguenti affermazioni è corretta?
[Question ID = 3949]
- X e Y sono corrette tutte e due, e X è la spiegazione di Y. [Option ID = 15793]
- X e Y sono corrette tutte e due, ma X non è la spiegazione di Y. [Option ID = 15794]
- X è corretta ma Y è sbagliata. [Option ID = 15795]
- X è sbagliata, ma Y è corretta. [Option ID = 15796]
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Correct Answer :-
X e Y sono corrette tutte e due, ma X non è la spiegazione di Y. [Option ID = 15794]
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2)
Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
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Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
Leggete le seguenti dichiarazioni contrassegnate come X e Y.
X Per Andrea Dho Facebook è un mezzo comodo.
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Y Molti dei suoi alunni sono i suoi amici.
Quale delle seguenti affermazioni è corretta?
[Question ID = 3950]
- X e Y sono corrette tutte e due, e X è la spiegazione di Y. [Option ID = 15797]
- X e Y sono corrette tutte e due, ma X non è la spiegazione di Y. [Option ID = 15798]
- X è corretta ma Y è sbagliata. [Option ID = 15799]
- X è sbagliata, ma Y è corretta. [Option ID = 15800]
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Correct Answer :-
X è corretta ma Y è sbagliata. [Option ID = 15799]
3)
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Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
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Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
Leggete le seguenti dichiarazioni contrassegnate come X e Y.
X Era impossibile per Annalisa S. gestire le richieste di contatto dei ragazzi.
Y Annalisa S. ha chiuso il suo profilo di Facebook.
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Quale delle seguenti affermazioni è corretta?
[Question ID = 3948]
- X e Y sono corrette tutte e due, e X è la spiegazione di Y. [Option ID = 15789]
- X e Y sono corrette tutte e due, ma X non è la spiegazione di Y. [Option ID = 15790]
- X è corretta ma Y è sbagliata. [Option ID = 15791]
- X è sbagliata, ma Y è corretta. [Option ID = 15792]
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Correct Answer :-
X e Y sono corrette tutte e due, e X è la spiegazione di Y. [Option ID = 15789]
4)
Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
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I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
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Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
Secondo il professor Dho, Facebook è uno strumento molto pratico per
(a) fornire istruzioni agli studenti su un compito.
(b) comunicare agli studenti i voti di un compito in classe.
(c) avere comunicazione con gli studenti riguardo agli studi.
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(d) diventare amici dei propri studenti.
[Question ID = 3946]
- (a) e (c) [Option ID = 15784]
- (a) e (b) [Option ID = 15781]
- (b) e (c) [Option ID = 15782]
- (c) e (d) [Option ID = 15783]
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5)
Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
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Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
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Secondo il professor Dho i suoi studenti
(a) si vergognano di avere un professore come amico su Facebook.
(b) sono meno rispettosi in classe da quando lo contattano su Facebook.
(c) sanno riconoscere le differenze di ruolo tra professore e studenti.
(d) spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico
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[Question ID = 3947]
- (a) e (d) [Option ID = 15788]
- (a) e (b) [Option ID = 15785]
- (b) e (c) [Option ID = 15786]
- (c) e (d) [Option ID = 15787]
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6)
Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
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Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
Nella gestione di Facebook la professoressa La Rosa
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(a) rimane in contatto con i suoi studenti.
(b) incoraggia gli studenti a cercarla su internet.
(c) partecipa alle discussioni dei suoi studenti.
(d) segue i dibattiti degli studenti senza intervenire.
[Question ID = 3945]
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- (a) e (d) [Option ID = 15778]
- (a) e (b) [Option ID = 15777]
- (b) e (c) [Option ID = 15780]
- (c) e (d) [Option ID = 15779]
Correct Answer :-
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7)
Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
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Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricordarmi di portare libri, o per avere informazioni su un compito. Non siamo amici davvero, tanto che d'estate le comunicazioni si interrompono: non saprebbero che cosa dirmi". I ragazzi spesso si vantano con i compagni di avere un professore come amico. Quali sono i rischi? "Si può perdere autorevolezza", ammette Andrea Dho, "ma per ora non mi è successo. Ho sempre avuto a che fare con giovani capaci di capire i ruoli e i limiti. Per il resto, nessun segreto: sanno chi sono, lo vedono ogni giorno a scuola".
Annalisa S. ha smesso di usare Facebook perché [Question ID = 3941]
- non riusciva a rispondere a tutte le richieste di contatto. [Option ID = 15761]
- non riusciva a capire il linguaggio dei ragazzi. [Option ID = 15764]
- si trovava in un periodo di stress. [Option ID = 15763]
- aveva problemi di vista a causa del computer. [Option ID = 15762]
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Correct Answer :-
non riusciva a rispondere a tutte le richieste di contatto. [Option ID = 15761]
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8)
Leggete il seguente brano e rispondete alle domande seguenti:
I professori possono accettare l'amicizia dei loro studenti su Facebook?
Secondo il portale skuola.net in Italia circa 8 studenti su 100 hanno un insegnante tra i propri contatti: è giusto per un insegnante condividere la vita privata con i propri alunni? Il dibattito è vivace in molti paesi: in Canada e negli Stati Uniti alcune università hanno proibito ai docenti di scrivere sms o di parlare con i loro studenti via internet e in Italia alcuni docenti inizialmente a favore hanno cambiato opinione. Come Annalisa S., che insegna storia in una scuola media di Lissone: "Era diventato impossibile gestire le richieste di contatto dei ragazzi, ho chiuso il profilo per disperazione".
Laura Sala, che insegna italiano in una scuola di Milano, aggiunge: "Non condivido il desiderio di mettersi in mostra di chi usa Facebook. È un modello che gli adulti non devono copiare. Trasformarsi in loro amici? Noi non dobbiamo sostituirci ai genitori o agli amici, non è questo il compito della scuola".
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Lo psicologo Giuseppe Bertagna afferma infine che l'amicizia su Facebook può rovinare il rapporto educativo tra docente e allievo, perché comporta un'invasione nella vita privata che può danneggiare il docente ma anche lo studente: la lettura delle sue opinioni può influenzare il giudizio che il docente ha di lui.
Di parere diverso è Raffaella La Rosa, che insegna latino al liceo scientifico di Arona e su Facebook ha due profili. "Uno privato, dove pubblico le mie foto e comunico con i miei conoscenti, e uno creato per restare in contatto con i miei alunni, che uso come strumento per ampliare il lavoro svolto in classe. Per esempio: spiego una tragedia di Sofocle e, invece di dare ai ragazzi il link al video di una rappresentazione, lo pubblico sul mio profilo. In genere, rispetto alcune regole: non sono mai io a chiedere l'amicizia agli studenti, ma devono essere loro, se vogliono, a farlo. E se scoprono il mio profilo privato rifiuto la richiesta di amicizia e spiego loro i motivi. Infine: non intervengo mai nei loro dibattiti, ma li seguo molto, è un modo per conoscerli".
Andrea Dho, che insegna arte nella stessa scuola, parla di Facebook come di un mezzo comodo: "A volte i ragazzi mi mandano messaggi per ricord
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